Sabato 28 settembre– Gerace


Il risveglio a Bova è nell’assoluto silenzio, tutto è un po’ rallentato. Facciamo colazione in un bar di fronte la Locomotiva e poi attendiamo lo Scuolabus che ci farà da navettaper traghettare fino a Bova Marina, dove il Bus è rimasto parcheggiato. Da qualche giorno le distanze tra le tappe si sono allungate e passiamo molto più tempo in Bus, che è diventato come una seconda casa. Libri, appunti, felpe, zaini è tutto a bordo ed ognuno ha ormai occupato più di un sedile. Alessandra continua ad andare avanti con le lezioni e le ore di viaggio trascorrono piacevoli e in relax. Alle 9.30 riusciamo asalpare da Bova Marina per Gerace, sempre in provincia di Reggio Calabria. Gerace, già da qualche anno è inserita tra i Borghi più Belli d’Italia, è un borgo medievale ancora cinto dalle mura difensive e con in piedi le antiche porte d’accesso alla città. Arriviamo a Gerace e siamo accolti dai giovani Volontari del Servizio Civile e con loro ci accingiamo a varcare l’ingresso della città dalla Porta del Sole, proseguiamo su via Roma ed arriviamo a P.zza del Tocco[1], da qui subito raggiungiamo il Municipio, dove ci attendono per la conferenza stampa di presentazione. Ormai siamo dei veterani di questi incontri istituzionali e raccontiamo del viaggio e delprogetto con entusiasmo e con una consapevolezza globale, che non è la stessa di un mese fa. L’edificio comunale che era un tempo una residenza storica, Palazzo Grimaldi-Serra del XVI sec, è ricco di storia e lungo le pareti sono inglobati reperti, iscrizioni ed altri elementi antichi. Dopo aver incontrato il vicesindaco, presso la sala consiliare, per un breve saluto ed un ringraziamento per l’accoglienza ricevuta, ci accingiamo a percorrere le vie del Borgo. La storia di Gerace affonda le sue origini in tempi molto antichi, dai territori circostanti e prossimi al Castello ormai in abbandono, sono state rinvenute tracce di elementi dell’Eneolitico e ceramica protostorica. Una frequentazione che continua e si intensifica con il periodo greco. Ma in particolare il centro inizia a svilupparsi dopo l’abbandono di Locri nel VII sec. d.C. conferendogli una tradizione cristiana latina. Usciti dal municipio proseguiamo nel borgo incrociando una degli elementi artistici ed architettonici più caratteristici, una Bifora Catalana (tipo di finestra con due aperture ogivali) in calcare e pietra lavica. Proseguendo arriviamo nello spazio antistante la zona absidale della Cattedrale dell’Assunta, consacrata nel 1045, alla cui sinistra si accede al Museo Diocesano. La raccolta comprende un considerevole numero di suppellettili ed arredi provenienti dalla Cattedrale e da altri luoghi di culto e confraternite del territorio diocesano. Tra i manufatti di rilievo, sia sotto il profilo della qualità che per la rilevanza nella storia della diocesi, è la Stauroteca in argento dorato. La ricchezza e la qualità dei manufatti esposti compresi tra il XVI e il XX secolo testimonia la grande attenzione dei prelati, succedutisi sul soglio vescovile, nel dotare di suppellettili preziose la Cattedrale e ne documentano il gusto. Il percorso è arricchito da sculture lignee quali la settecentesca Santa Filomena, da un pregevole Cristo in avorio e raffinati paramenti sacri[2]. Ora il borgo si presenta come uno splendido esempio di architetture medievale, ricco di numerose chiese, tra cui alcune di piccole dimensioni di costruzione e tradizione di bizantina. Da ricordare anche la Chiesa di S. Francesco di Paola e la maestosa Cattedrale. La Chiesa di S. Francesco di Paola è un edificio che mantiene molti elementi originari, che ne permettono una collocazione del tempo. Un edificio del ‘300 che conserva un maestoso ingresso laterale, il cui portale databile al XIV sec. è costituito da una ghiera multipla archiacuta. Mentre la Cattedrale, è di difficile datazione in quanto nella sua architettura conserva numerose fasi. La fondazione potrebbe essere riconducibile al IX – X sec. d.C. Principalmente l’edificio va diviso in due grandi blocchi, quello inferiore con accesso absidale e la basilica superiore, che potremmo datare tra XI-XII sec. d.C. Internamente gli elementi decorativi sono mescolati tra antico e moderno: capitelli, colonne romane, altari seicenteschi, con una grande cupola la cui costruzione è databile al ‘400. I volontari del Servizio Civile, soprattutto attraverso le parole di Michela, durante le passeggiate ci trasmettono la bellezza, le tradizioni e gli aspetti culturali del Borgo. Dando attenzione alle evidenze architettoniche ed archeologiche. Anche a Gerace il gruppo ha ritrovato il filone cristiano-francescano, costante nel tour, attraverso le chiese ed i conventi dedicati o costruiti da S. Francesco di Paola. La Chiesa mantiene molti elementi originari, che ne permettono una collocazione nel tempo, si tratta di un edificio del ‘300, di probabile fondazione Angioia, che conserva un maestoso ingresso laterale, il cui portale databile al XIV sec. è costituito da una ghiera multipla archiacuta. Dopo l’arrivo ai ruderi del Castello, in cima al Borgo, ci soffermiamo nel Baglio[3] per qualche foto, dopo chi che ci viene regalato un assaggio di prodotti tipici della zona. Un’esperienza unica e suggestiva che ci ha dato la possibilità anche di scambiare esperienze con i ragazzi del Servizio Civile e della Pro Loco, che insistono nella conservazione e rivalutazione del Borgo cercando di trasformare le utopie in realtà, mettendo al primo posto la trasparenza e la cultura. Dopo il concerto dei Saxophone Quartet[4], tenuto per noi all’interno di una piccola chiesetta antica, ci prepariamo alla serata e dopo una pizza veloce ripartiamo con ilnostro Bus, alla volta i Guardavalle, dove saremo ospiti di un Villaggio Turistico per la nottata.
[1] Rappresenta la Curia Civilis, una sorta di parlamento della città. [2]https://www.beniculturali.it/mibac – Catalogazione Museo Diocesano Gerace [3] Spazio aperto ma chiuso all’in [4] Gruppo musicale de Associazione Bandistica di Gerace.