Appunti di Viaggio
Marco Pallone
Giovedì 26 settembre– Pizzo Calabro
Lasciamo la Baia dei Riaci, che in questi due giorni chi ha regalato delle emozioni uniche.
Con la navetta raggiungiamo in Bus e salpiamo per Pizzo Calabro.
Percorrendo la Strada Statale 18, che costeggiata l’incantevole Costa degli Dei, giungiamo alla Chiesetta di Piedigrotta.
Siamo in località Modonnelle e quello che stiamo per visitare è uno dei luoghi più caratteristici della zona, che conserva la memoria storica di un evento che si perde nella leggenda, veicolata dall’espressione artistica di alcuni personaggi locali.
Scendiamo delle lunghe scale, che conducono all’ingresso della chiesetta, attraverso un ponteggio fisso.
La facciata è in parte scavata ed in parte costituita da conci murari ed al centro della facciata, sopra l’ingresso una piccola torre campanaria.
Secondo la tradizione alcuni marinai, nel ‘600, furono portati sulla spiaggia da una forte tempesta e per mettere a riparto il quadro della Madonna che era a bordo, scavarono dei piccoli ambienti dove la deposero il dipinto.
Nel giro di poco tempo le nicchie assunsero un valore mistico, diventando un luogo di preghiera e ricordo.
Appena entriamo con la penombra le pupille si dilatano e il nostro sguardo attonito ricade su decine e decine di state plasmate dal tufo, scolpite direttamente in loco.
Nell’800 la grotta fu ingrandita e fu abbellita con statue di Angelo Barone ed affreschi del figlio Giorgio.
Attraverso questo connubio di elementi artistici e tradizione cristiana che Piedigrotta costituisce un unicum nel suo genere.
I dipinti di Giorgio Barone affrescano il soffitto con la rappresentazione del veliero che naufragò sulle coste nel ‘600 ed alcuni cicli si Santi.
Non si tratta di una vera e propria Chiesa, la guida del luogo, ci racconta che “mai fu detta messa a Piedigrotta”, è ormai concepita come un luogo custode di memoria, tradizione e arte.
Uscendo dalla grotta la luce c’investe ed il sole inizia a sbattere sui nostri cappellini blu di Scuola Calabria.
Risaliamo al Bus e partiamo per Pizzo.
Nel tragitto qualcuno dei ragazzi inizia a chiedere del famoso Tartufo di Pizzo, che alcuni già venuti in Calabria avevano assaporato, ma dobbiamo aspettare per una pausa, un’latro appuntamento ci attende.