La notte passa svelta, sono le 8.00 e già siamo a fare colazione.
Abbiamo meno tempo, oggi ha inizio il tour di Scuola Calabria e gli appuntamenti sono tanti.
Finalmente raggiungiamo l’autobus, un mezzo di 16 metri, spazioso e comodo, con prese usb/corrente e wifi attiva.
A sfondo blu, sulle fiancate è scritto: Scuola Calabria. In autobus alla scoperta di una Terra Bellissima. In viaggio alla scoperta dei borghi più belli della Calabria”. Ad aspettarci all’ingresso del Bus c’èFiorenzo, il driver che condurrà il gruppo per tutta la durata del viaggio.
Partiamo da Santa Severina con la consapevolezza che quando la rivedremo il viaggio sarà al termine.
La strada fino a Corigliano-Rossano è lunga ed una volta sul Bus, visto che di spazio ve ne è a sufficienza, ognuno ha cercato un posto che potesse essere fisso per il resto del mese come in una vera aula di scuola, e partiamo.
Non manca molto al nostro primo borgo, ma lungo il tragitto verso il centro storico di Corigliano facciamo una fermata nel comune di Cariati, in particolare presso iGreco, grande ed importante azienda calabrese che basa la sua produzione su vino ed olio di qualità.
Scesi dal Bus siamo stati accolti ed accompagnati in un tour dell’azienda.
Dopo aver indossato camici, cuffie protettive e salvascarpe, abbiamo attraversato le varie aree, ognuna destinata ad un aspetto differente della produzione e della lavorazione, compresi laboratori scientifici ed aree preposte alla qualità.
L’azienda agricolaiGrecoè portata avanti da 7 figli, che continuano ad investire sull’azienda di famiglia, avviata dal padre nel 1965.
La motivazione che ha spinto la famiglia a continuare il lavoro dei genitori nacque dalla necessità di far conoscere la Calabria attraverso qualcosa di buono e positivo: prodotti della terra e lavorati con rigore ed alta qualità.
Nonostante tante difficoltà legate anche al territorio, iGreco hanno creduto nella filosofia di vita sulla quale l’azienda fu fondata ed hannoinvestito nell’azienda e nella terra stessa.
Il tour è terminato con un assaggio dell’olio e del vino,in una grande sala con postazioni singole e tavolino, e con spiegazioni relativeai metodi impiegati per capire la “bontà” dell’olio.
Con piccoli omaggi oleari, che ognuno porterà nelle proprie case, risaliamo sul pullman e proseguiamo per il centro storico di Corigliano.
Dai finestrini dell’autobus lungo la strada, già si scorge il Castello di Corigliano sulla cima del centro storico.
Ora noto come Castello Ducale,è un edificio medievale, costruito inizialmente come fortificazione di difesa e poi trasformato, nel corso dei secoli, in abitazione nobiliare di notevole importanza, ricca di affreschi e particolari architettonici.
Quando scendiamo dal Bus troviamo una discreta folla di persone che attende il nostro arrivo.
Ad accoglierci, oltre ai membri dell’amministrazione comunale, vi sono anche un gruppo di musicanti di tarantelle con due ballerine in costume tipico, cittadini, ragazzi e rappresentanti delle associazioni giovanili.
La nostra destinazione è il Castello, in cima al centro storico, per la conferenza stampa ed il pranzo.
Il tragitto da percorrere per il Castello Ducaleè il corso principale del centro storico, sul quale abbiamo passeggiato tra la storia di Corigliano ed avvolti dal calore della gente.
Ad aprire la fila è il gruppo delle tarantelle, poi noi di Scuola Calabria, alcuni membri del consiglio comunale ed altri giovani.
Mentre la guida racconta della storiadei palazzi della città lungo la strada le persone ci fermano chiedendoci la provenienza e la nostradiscendenza. Mariel, nata e cresciuta in Argentina, è l’unicadi Scuola Calabria ad avereoriginicoriglianesi, fu sua nonnamaterna ad emigrare in l’Argentina nel 1948.
La guardo e vedo che i suoi occhi brillano mentre si guarda attorno osservando quei luoghi, di cui fino ad ora ha solo sentito racconti e descrizioni, senza riuscire a trattenere l’emozione.
La guida turistica (Tiziana) oltre a raccontarci la storia ci mostra alcune evidenze architettoniche del centro ed uno di questi è il Ponte Canale[1], un antico acquedotto.
Secondo la tradizione, su indicazione di S. Francesco di Paola, intorno al 1480 fu costruito un lungo acquedotto che attraversava il paese di cui resta una parte di canale, ora pedonabile, sorretto da due ordini di arcate (un tempo c’era un terzo livello di arcate, interrato nel corso del tempo).
Proseguiamo su via Roma, per raggiungere il Castello dove ci attendono per la conferenza stampa, presso laSala degli Specchi.
Lasciato per un po’ il ritmo delle tarantelle, ci accingiamo a varcare l’ingresso di Castello Ducale, tra silenzi e stupore gli occhi iniziano a spaziare tra quella magnificenza, ma è difficile non concentrarsi su ogni singolo particolare: l’architettura, l’arredamento, gli affreschi, le tele, le statue e le sculture.
Il Castello ha in sé molti degli elementi che hanno contraddistinto le fasi di produzione artistica ed architettonica dell’Italia meridionale edè un importante elemento di memoria storica e testimonianza di civiltà.
Al suo interno si nasconde un grande Museo che racchiude una storia nobile e quotidiana fatta di affreschi e dipinti, di stanze da letto, cucine, dispense, saloni da pranzo e di rappresentanza.
La fondazione iniziale del Castelloè Normannadell’XI sec. ma purtropponon resta quasi nulla dell’impianto originario,ma si ritiene che il Mastio centrale del Castello sia stato poggiato sulla precedente struttura normanna.
Nel 1193 il Feudo di Corigliano con tutti i territori annessi, venne assegnato a Ruggero Sanseverino di Bisignano, ed il possesso restò alla stessa famiglia fino al 1616[2].
A metà del 1300 al Castello venne dato l’aspetto più abitativo, costruendo anche un’area destinata agli appartamenti ed alle sale di rappresentanza.
Nel 1489[3], il figlio del re Ferdinando I, Alfonso Duca di Calabria, decide di passare qualche mese in giro per la Calabria per capire bene quale fosse lo stato di difesa dei territori e dei singoli feudi – al seguito vi era anche l’architetto fiorentino Antonio Marchesi da Settignano, allievo di Giorgio Martini. In quel periodo a Corigliano si decise di cambiare l’aspetto del Castello e di potenziarne le difese, arrivando ad avere l’impostazione tipica “aragonese” che conserva ancora oggi (è stato rafforzato il Mastio centrale e collegato con un ponte elevatore, è stato ingrandito in larghezza e profondità il fossato, tutto il complesso difensivo è stato cinto in una struttura quadrangolare, inglobando le torri nei muri).
Per quanto riguarda l’aspetto artistico e decorativo, soprattutto internamente, quello è il risultato degli interventi fatti quando la proprietà era della famiglia Saluzzo e poi dei Compagna.
Furono aggiunti la torretta ottagonale sul Mastio centrale,moltissimi affreschi, soffitti decorati, tele e statue.
La conferenza è stata molto intensa ed ora ci accingiamo velocemente a mangiare, spostandoci in un’altra ala del Castello.
Il banchetto è offerto e preparato dai ragazzi e dalle ragazze dell’Istituto Alberghiero di Corigliano-Rossano e servito in un’ala che propone una vista panoramica unica con il mare all’orizzonte, il centro storico ai piedi del Castelloepossibile ammirare anche la meravigliosa cupola della Chiesa di S.Antonio (Chiesa e convento sono di ordine francescano, costruiti nella prima metà del XV secolo. Successivamente a metà del 1700 viene aggiunta una meravigliosa cupola in maioliche gialle e azzurre).
Mentre pranziamo la musica riprende ed al ritmo della Tarantella è difficile stare fermi, così Mariel, Daniella e Marina iniziano a ballare aprendo le danze un po’ per tutti.
Si respira un’aria di festa, si sentono risate e si vedono sorrisi, si fanno foto video e selfie, per cercare di non dimenticare nulla di questi momenti.
Si tratta di un edificio enorme, tra i Castelli più grandi e meglio ristrutturati dell’Italia meridionale, in cui non è difficile perdersi, stanza dentro stanza, sempre più grandi e ricche di decorazioni.
Di estrema bellezza sono gli affreschi e le decorazioni presenti nella chiesetta interna di S. Agostino, voluta da Agostino Saluzzo, dove entrando lo sguardo è tratto verso l’alto per ammirare l’affresco “il trionfo della fede” dipinto da Girolamo Varna tra il 1866 e il 1872.
Negli stessi anni Varna decorò anche i livelli della torre sopra il Mastio, con scelte tematiche d’ispirazione letteraria e mitologica.
Più andiamo avanti e più siamo folgorati dalla bellezza di questa luogo, ed eccoci ora nella Sala degli Specchi con lo sguardo ancora verso l’alto ad ammirare un altro meraviglioso soffitto affrescato.
Il salone fu decorato da Ignazio Perricci su commissione e si tratta di un capolavoro dell’espressione dell’arte decorativa del barocco napoletano: affrescato con effetto “trompe-l’œil”, ossia con una prospettiva aperta, domina il Palcoscenico della Vita raffigurato con un gruppo di donne e uomini affacciati ad una balaustra che salutano.
Anche la ricostruzione del mobilio delle varie sale e delle cucine – poste nei livelli più bassi dell’edificio – èfatto quasi completamente con elementi originali (vasellame, pentole, attrezzi da lavoro, bicchieri, stufe per la cottura del cibo e forni).
Camminare per il Castello è rilassante e non si ha la percezione del tempo che passa e così poco dopo usciamo, prendiamo i bagagli al Bus e raggiungiamo le nostre stanze, in vari B&B distribuiti nel centro storico.
Gli appartamenti sono posizionati nel fitto centro storico, in stretti vicoli raggiungibili solo a piedi.
Veniamo accompagnati fino all’ingresso e ci vengono consegnate le chiavi, da restituire domani alla partenza.
La giornata è fitta di incontri ed attività ed i tempi di pausa sono dedicati ad una doccia ed un po’ di riposo, del resto il viaggio è ancora lungo. Raggiungiamo il Bus e prima di fare tappa per cena, visitiamo un’azienda agricola di frutta e verdura, che lavora da anni sul territorio riuscendo a stare “a passo” con le normative e i controlli qualità.
Anche quest’azienda, come quella di Cariati, è la dimostrazione che in Calabria è possibile creare qualcosa di positivo, che tante cose belle sono state fatte ed è necessario comunicarlo al resto del mondo.
Sicuramente non è semplice mantenere viva negli anni un’impresa, ma la trasparenza, l’onestà, la qualità ed il duro lavoro hanno portato alla realizzazione di realtà che inizialmente sembravano “utopie”.
Per cena abbiamo raggiunto il casolare di un antico frantoio di fine ‘800, in fase di recupero e restauro, inserito all’interno di un vasto spazio verde con qualche albero di ulivo con un enorme barbecue per carne e verdure alla griglia.
Durante il ritorno in autobus siamo euforici, questo primo giorno ci ha dato una grande carica, che prevedo ci accompagnerà per tutto il viaggio.
[1]G.Amato, Crono-istoria di Corigliano Calabro, Parte prima, Capitolo VI, pgr. IV [2]A. Gradilone, Storia di Rossano, Mit, 1979, p. 257. [3]P. Dalena, Dagli Itinera ai percorsi: viaggiare nel Mezzogiorno medievale, Bari, 2003, p. 188